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venerdì 30 settembre 2011

La guerra della fine del mondo

La guerra della fine del mondo
di Mario Vargas Lliosa
Premio Nobel per la letteratura 2010
Einaudi

pag. 588
prezzo di copertina 15,50


18 giorni, in 18 giorni ho letto le 588 pagine grazie le quali Mario Vargas Llosa si è meritato il premio Nobel per la Letteratura nel 2010: la guerra della fine del mondo.

Per la lettura di questo libro devo dire grazie al club del libro organizzato da un buon libro, un ottimo amico su facebook, che si è tenuto ieri sera.

È stato il primo club del libro a cui partecipo, sono stata davvero felice che il libro fosse un vero capolavoro e delle varie opinioni che ha fatto emergere.

Il mio parere non può che essere positivo, Llosa ha una scrittura molto scorrevole, le sue descrizioni dei personaggi sono maestrali, dettagliatissime, mai noiose, la realtà che racconta è un’orribile parte della storia dell’America Latina.

I personaggi che si susseguono sono molteplici, per mostrare le varie realtà presenti in quelle terre, le varie storie, ma non ci si perde, non ci si confonde, inoltre sono tutti molto caratteristici, appena si parla di una veste viola si sa che il protagonista è il Consigliere, se si accenna a capelli rossi non può non essere che Galileo Gall.

La maggior parte dei personaggi, soprattutto quelli che si ritrovano a Canudos con il Consigliere, sono riconoscibili attraverso dei soprannomi come il Nano, il Beatino, il Leone…

Il personaggio principe della storia credo che sia il Consigliere, un uomo alto, magro, con la pelle scura, le ossa sporgenti e occhi che ardevano di un fuoco perpetuo, con la sua tunica viola.

La descrizione che ne fa Llosa è molto suggestiva, è un personaggio che incute rispetto, sacralità, solennità, da la sensazione di credere in quello che dice: è un uomo carismatico che nei suoi viaggi riesce sempre a trovare qualcuno che lo segue. Nemmeno la siccità e i banditi riescono a disturbarlo all’inizio del suo pellegrinaggio.
Il suo reale nome è Antonio Vincente Mendes Maciel ma non si sa altro sul di lui, sul suo passato. Curiosa come sono andata in cerca su internet e ho trovato questo.

Il punto di arrivo sarà Canudos, dove crea una specie di “comune” con regole proprie, con moneta propria, che di giorno in giorno si amplia sempre di più.

Perché il Consigliere crea questa comune? Bisogna innanzitutto fare un cenno storico sulla situazione del Brasile in quel periodo: siamo nel 1896, è da poco stata sostituita la monarchia con la repubblica. Quindi nuove regole: la chiesa è separata dallo stato, c’è libertà di culto, è stato introdotto il matrimonio civile, lo stato vuole fare un censimento. Tutto questo viene preso dal Consigliere e mostrato in maniera negativa.

Dal lato opposto c’è lo stato che pare creda che questo movimento sia stato organizzato dai monarchici per ritornare al potere e per debellarlo non trova alternativa che usare la forza, l’esercito.

Intorno a tutto ciò ci sono, come già detto, svariate storie, svariati personaggi, che riescono a farti commuovere.

Un personaggio che a mio avviso non avrei ritenuto così rilevante ma nel club di ieri sera se ne è discusso molto è quello del giornalista miope, che dovrebbe essere un omaggio a Euclides da Cunha [tra l’altro è anche una delle due persone a cui è dedicato il libro] che è stato un giornalista che ha partecipato allo scontro e ne ha scritto un libro.

È un personaggio molto combattuto anche se comunque uno dei più preferiti, perché è un uomo comune in cui il lettore ci si può rispecchiare, non è un soldato e nemmeno un ribelle, non segue un ideale politico o religioso, è li per fare il suo lavoro, il suo unico scopo è far sapere la verità. Come uomo comune ha momenti in cui è più coraggioso e momenti di terrore totale, i suoi sentimenti nel libro sono descritti in modo magistrale. Proprio perché è li per fare il suo lavoro a lui non interessa da chi viene aiutato, è orientato a proseguire il suo lavoro ma soprattutto a non morire, un opportunista forse…

È un libro che fa riflettere, un libro, una parte di storia, che si è era già visto prima e che continua a ripetersi, dove a causa dell’ignoranza si riesce a manipolare fino ad arrivare alla morte di migliaia di persone, persone innocenti, che non centrano nulla con strategie politico-religiose.

Che dire, se ne potrebbe parlare per ore e ore.

È un libro da leggere.

Voto 5/5

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