di Mary Shelley
Oscar Mondadori
pag. 232
Non vorrei sbagliare la la mia edizione è del 1982, acquistata su http://www.comprovendolibri.it/, quindi non so il prezzo, però ci sono varie edizioni e vari prezzi.
Mary Shelley, l'autrice, appena 19enne, in un estate del 1816, si ritrovò a trascorrere giornate piovose e tristi con George Gordon Byron e John William Polidori. Byron ebbe un idea per far trascorrere il tempo: inventare storie paurose. Per Byron e Polidori non fu cosa complicata. Mary invece si prese più tempo, voleva stupire i due uomini. Una sera, appena andata a letto, dopo alcuni discorsi con i suoi compagni, ebbe una visione il "mostro", questa fu l'ispirazione per il libro.
Che dire... una cosa che dico praticamente quasi sempre di un libro che mi piace è che la scrittura è scorrvole e si legge molto piacevolemente senza difficoltà.
Il racconto si apre con le lettere che il capitano Robert Walton scrive alla sorella descrivendogli la sua spedizione.
Dopo l'incontro con Victor Frankenstein il romanzo passa a essere scritto in prima persona dallo stesso Victor, sono praticamente le sue memorie, che Robert Walton vuol poi inviare alla sorella.
A un certo punto cambia di nuovo il punto di vista e il narratore e diventa il mostro, ritornerà ad essere Frankenstei, poi Walton per finire con le parole del mostro.
Devo dire che come dice la quarta di copertina "il romanzo riserverà indubbiamente piacevoli sorprese a chi, influenzato da tutta una serie di riduzioni cinematogragieche, si aspetta una vicenda incentrata sulla cieca brutalità del mostro e sul snso di distruzzione. La storia ha invece un respiro molto più ampio"
In realtà il "mostro" non è un demone maligno che gode delle sofferenze che infligge, ma ha una natura delicata e sensibile esasperata dalla solitudine e dal disprezzo subito, è un incompreso la cui malvagità non è altro che ira e vendetta "Credimi, Frankestein: io ero caritatevole, il mio animo ardeva di amore e umanità, ma non sono io solo, miserabilmente solo? Tu, il mio creatore, mi detesti; quale speranze posso raccogliere dai tuoi esseri umani che non mi devono niente? Loro mi disprezzano e mi odiano"
"Le leggi dell'uomo permettono ai colpevoli, per quanto crudeli essi siano, di parlare in propria difesa, prima di essere condannati. Ascoltami, Frankenstein. Tu mi accusi di un omicidio, e tuttavia vorresti, con la coscienza tranquilla, distruggere la tua proprio creatura. Oh, sia lode all'eterna giustizia dell'uomo!"
Sarà un libro che rileggerò sicuramente in futuro, a causa di problemi personali non sono riuscita a godermelo al 100%, però è davvero stupendo, darebbe diversi spunti su cui riflettere.
Io sinceramente ho adorato il mostro, sarà il mio animo da crocerossina, però avrei voluto dargli quel po' di affetto di cui aveva bisogno, avrei voluto ascoltarlo, cosa che nessuno mai ha fatto...
voto 5/5
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