di Charles Dickens
pag. 544
Garzanti Libri
prezzo di copertina 10,50
Quarta di copertina:
La vicenda di questo splendido romanzo di Dickens – uno dei migliori per coerenza e compattezza costruttiva e per maestria stilistica – ruota intorno a un’illusione che segna irreparabilmente la vita di Pip, il protagonista, un ragazzo del popolo: abbagliato dalle “grandi speranze”, lungo il percorso della’infanzia alla maturità le vede svanire una dopo l’altra; all’indefinita trepidazione dell’attesa si va sostituendo la disillusione tragica, iscritta nitidamente sulle rovine e sulla morte. La scena finale del reincontro di Pip con Estella non è un vero “lieto fine”, e non fornisce risposte: Dickens dice solo che Pip non vide “l’’ombra di un altro distacco”
Grandi Speranze è un romanzo di formazione, cioè riguarda l’evoluzione del protagonista dall’infanzia all’età adulta. La quarta di copertina descrive in modo egregio cosa succede in questa evoluzione.
Partendo dall’inizio, il protagonista del romanzo è Philip Pirrip, chiamato semplicemente da tutti Pip. È lo stesso Pip che, da adulto, narra la sua storia. Inizia la sua storia quando era un bambino di 7 anni, è orfano e vive con la sorella molto più grande di lui e il marito Joe Gargery. I rapporti con la sorella non sono dei migliori visto che lei è manesca, va meglio con il cognato, suo alleato e amico.
Il futuro del giovane Pip è già deciso: quando avrà raggiunta l’età giusta diventerà apprendista fabbro per il cognato e farà quel lavoro. Pip è un bambino molto curioso e gli piace imparare, anche se le condizioni non sono delle migliori.
Il libro si apre con un episodio curioso, Pip al cimitero, sulle tombe dei genitori, fa un incontro a dir poco terrorizzante con un forzato evaso di prigione. Quel’uomo terrorizza Pip e lo convince ad aiutarlo, infatti il bambino tornerà da lui la notte stessa con cibo e una lima.
Nella vita di Pip, a mio avviso, ci sono tre momenti fondamentali che la modificano. Il primo è certamente il fatto di andare a fare compagnia a un anziana nobile: Miss Havisham.
Miss Havisham è una personaggio molto particolare e importante per tutta la storia, da lei il giovane Pip incontrerà Estella, sua coetanea, che la nobildonna aveva adottato quando aveva pochi anni di vita e l’ha plasmata a suo piacimento per farla diventare una donna fredda e arida che si vendichi per lei degli uomini, a causa di un vecchio torto subito che le ha fatto letteralmente fermare la vita.
Pip cui si innamorerà dal primo istante della bella Estella, nonostante lei lo tratti male, e proprio a causa sua inizierà a vergognarsi di quello che è, della poca istruzione che ha, delle buone maniere che nessuno gli ha potuto insegnare, dei vestiti non adeguati e anche del suo primo amico Joe.
Pip frequenterà la villa per qualche anno, finché non giunge il momento di diventare l’apprendista di Joe.
Il periodo di apprendista di Pip durerà poco visto che un anonimo benefattore decide di farlo diventare un Signore. Questo è il secondo evento che cambierà la vita di Pip. Il giovane deve trasferirsi a Londra dove prenderà lezioni, dove disporrà di molto denaro a suo piacimento, dove crescerà.
In queste pagine Pip da giovane ed ingenuo diventa odioso. Si vergogna delle sue origini: quando va a trovare Miss Havisham [che crede essere la sua benefattrice anonima] ed Estella non si cura di andare a trovare Joe. Inizia a spendere e spandere, accumula debiti. Anche se in fondo all’anima credo che quella sincerità, lealtà ed ingenuità di bambino non sparisce totalmente, ma in queste pagine è difficile trovarne i segni.
Come dicevo Pip è convito che la sua benefattrice anonima sia Miss Havisham, e nelle sue fantasie crede che il suo progetto finale sia quello di unirlo in matrimonio con Estella e farli vivere in quella bella villa che gli farà ristrutturare e sistemare. Rimane in attesa che il suo benefattore si riveli, cosa che succederà quando avrà 23 anni.
Ed è proprio questa sua convinzione, che ha fin dall’inizio, che lo porta a decidere di aiutare l’aiuto del benefattore, che lo porta a comportarsi in certi modi.
Ma nulla è come sembra, il terzo evento che cambierà Pip sarà proprio la scoperta dell’identità del suo benefattore. Questa scoperta lo cambia ancora, gli farà capire quali sono le cose davvero importanti, tirerà fuori tutta la riconoscenza che non ha avuto per Joe nei confronti del suo benefattore, e non lo abbandonerà mai, anche se il suo primo istinto è quello di scappare lontano.
Il libro termina 11 anni dopo con l’incontro di Pip con Estella, rimasta sola dopo aver sposato un uomo violento, e la loro promessa di amicizia.
Devo dire che il personaggi di Pip mi è piaciuto molto, da bambino ti fa tenerezza, anche un po’ pena, da ragazzo riesci ad odiarlo per il suo comportamento immaturo, anche se in fondo è normale, tutti i ragazzi sono immaturi e si comportano di conseguenza, quante volte ci siamo vergognati per cose che ora ci sembrano assurde, quante cavolate abbiamo fatto… E poi l’ultimo periodo, in cui capisce, cresce, matura e diventa un vero uomo.
Come ho detto in fondo all’anima è sempre buono nei suoi intenti, aiuta il suo amico senza dirgli nulla, si capisce che è solo un po’ oscurato, che l’amore e i soldi gli hanno confuso le idee.
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Cercando informazioni su internet, su wikipedia, si fa una curiosa scoperta, il finale originale in realtà era un altro, alcune edizioni pare che li riportino entrambi con le note esplicative di Dickens, che purtroppo non vengono riportate.
Finale originale:
Pip incontra Estella sulla strada. Suo marito Drummle è morto, e lei si è risposata, con un dottore. Estella e Pip si scambiano i convenevoli di rito, dopodiché Pip afferma che sebbene alla fine non sia potuta essere sua, egli è lieto di vedere che adesso è una persona differente, diversa dalla ragazza dal cuore di ghiaccio che Miss Havisham aveva plasmato. Il libro termina con Pip che dice: «La sofferenza è stata più forte degli insegnamenti di Miss Havisham e le ha dato un cuore per capire quali sono stati i miei reali sentimenti per lei.»
voto 5/5
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